N. 11. –
Eruzioni del 1805.
Il Vesuvio durante l’eruzione del
1805.
Il riposo del Vesuvio durò solo pochi
anni.
Nel
mese di luglio del 1804 nei pozzi di Resina e di Torre del Greco non c’era più
acqua, mentre il mare a Resina e a Torre Annunziata si ritirava dalla spiaggia.
La
notte dell’11 agosto si udivano forti muggiti provenienti dall’Eremo del
Salvatore mentre a Resina e dintorni scosse di terremoto agitavano il suolo.
Dal
cratere usciva fumo nero, nel quale guizzavano proiettili lanciati verso
l’alto.
Una
nuova bocca eruttiva si aprì poco distante dal cratere, sul lato occidentale
del vulcano, da cui scorreva abbondante lava verso la pianura.
Dopo,
un’altra bocca eruttiva si aprì sul lato orientale del vulcano, da cui usciva
molta lava che si dirigeva verso i Camaldoli della Torre.
L’attività
del vulcano aumentava sempre più, fino a che, nel mese di agosto del 1805, una
grande quantità di lava scorreva verso la parte orientale di Torre del Greco,
e, il giorno dopo, entrava addirittura nel mare.
Ancora il Vesuvio durante
l’eruzione del 1805.
Le
figure riportate mostrano le lave che si versano in mare.
Una
certa quantità di lava si versò in un pozzo e produsse un effetto simile
all’apertura di una nuova bocca di eruzione.
Per colmo di sventura nello stesso anno
1805 avvenne un terremoto di notevole intensità (detto dai napoletani terremoto
di S. Anna) nella stessa area vesuviana, con epicentro a Isernia.
Altre eruzioni vi furono negli anni
seguenti, fino alla famosa eruzione del 1822.