N. 4. -
Eruzione del 79 d.C.
Dunque, con
l’eruzione del 79 d.C. nasce il Vesuvio.
La
figura riporta una possibile immagine della grande eruzione, che seppellì le
città di Pompei, Ercolano e Stabia.
Il Vesuvio nel 79.d.C.
Come si vede, si tratta ancora dell’immagine del Monte Somma,
come doveva apparire ai tempi di Strabone, con la presenza del Cono
Vesuviano, appena sorto nell’antico cratere.
Secondo gli storici del Vesuvio,
l’eruzione cominciò nell’autunno del 79.
L’interno del vecchio cratere si aprì spingendo fuori una grande
quantità di lapilli, sabbia e fumo che, arrivati a notevole altezza, si
espandevano come una densa nube, di colore scuro, scagliando folgori e sassi
nello spazio intorno.
Il fenomeno fu osservato da Plinio il Vecchio, storico e
naturalista, comandante di una flotta a Miseno. Egli, per poter osservare da
vicino il fenomeno e soccorrere le popolazioni, si diresse con alcune
quadriremi verso Ercolano e Resina, ma non vi poté sbarcare a causa dei
numerosi sassi che cadevano.
Allora si diresse verso Stabia (oggi Castellammare di Stabia) dal
suo amico Pomponiano, ma qui morì, colpito da ceneri e lapilli infuocati.
Il nipote, Plinio il Giovane, rimasto a Miseno con la madre,
narrò i tragici avvenimenti, appresi da coloro che erano ritornati con la
flotta, in due famose lettere inviate a Tacito.
Sembra che in quell’eruzione non sia venuta fuori alcuna lava dal
vulcano.
La città di Pompei, infatti, fu seppellita dai lapilli; mentre Ercolano
dalle ceneri.
Le lave presenti su Ercolano sarebbero state versate durante
eruzioni successive del Vesuvio.